“La Morte del Cigno”, un immortale best-seller da sempre.

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di Roberta Di Laura
Probabilmente è uno dei brani del repertorio classico più conosciuti al mondo e danzato dalle più grandi ballerine. “The Dying Swan” o “La Morte del Cigno” è un breve ma intenso balletto in cui la danzatrice interpreta un cigno morente. La ballerina indossa un tutù bianco con piume applicate e di solito anche la sua testa è cinta da piume. Fondamentale è il movimento delle gambe basato sul “pas de bourèe suivi”e naturalmente le movenze delle braccia che ricordano il batter d’ali di un cigno. Tutte le più grandi ballerine hanno danzato almeno una volta questa celebre performance che continua ad essere interpretata tuttìoggi nei più grandi teatri del mondo. Una delle interpretazioni rimaste nella storia è quella di Maya Plisetskaya mentre nei tempi recenti si sono distinte le russe Sbetlana Zakharova e Ulyana Lopatkina come “cigni per antonomasia”. La coreografia è del grande coreografo Mikhail Fokine e la struggente musica è di Camille Saint-Saëns tratta dal “Carnevale degli Animali”, nonostante la performance abbia uno schema determinato, è spesso soggetta a lievi modifiche, sfumature diverse, passi aggiuntivi che concorrono a delineare l’interpretazione di ogni ballerina. Guardare “The Dying Swan” dona grandi emozioni a partire dall’entrata della ballerina-cigno con piccoli passi in punta di piedi agitando moderatamente le braccia, si continua con morbidi movimenti delle braccia, della testa, attitudes, pose a terra con cui, rialzandosi a fatica, si esprime tutta la sofferenza di un essere che sta per esalare l’ultimo respiro. Seguono movimenti incerti come piccoli arabesque appena accennati ed inclinazioni del corpo. Il brano termina con una lenta discesa a terra fino al momento in cui il cigno si piega su se stesso. Danzare “La Morte del Cigno” è molto emozionante, difficile per tecnica e soprattutto per interpretazione e naturalmente fa riflettere molto su questo triste destino che spetta a tutti prima o poi.
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