Lola Fejzo, dall’Albania in Italia calcando i palcoscenici più importanti

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Di Eleonora Arnesano – © DanzaNews.it
Ci sono molti artisti albanesi  che sono riusciti a diventare imprenditori in Italia e ad assurgere alla popolarità: basti pensare a Kledi, Ambeta, Leon, Klajdi, Ilir e Klaudia (come ballerini) e tanti altri. Queste persone hanno dimostrato grandi capacità nell’adattare il proprio modo di fare nel nostro paese. Oggi incontriamo un’artista di grande talento, già prima ballerina del Teatro dell’Opera di Tirana e protagonista sui palcoscenici di Albania, Grecia, Turchia, Jugoslavia, Bulgaria, Francia, Germania, Italia. Si chiama Lola Fejzo e con il suo consorte musicista e cantautore, Joe Artid Fejzo, ha fondato l’Accademia Nasco Danza a Porto San Giorgio, nelle Marche , una delle accademie più prestigiose dove la Danza si studia con professionalità, passione ed amore. La redazione Danza News l’ha incontrata nell’ambito delle finali del concorso “Levante Danza Festival” a Bari, dove la sua scuola ha vinto il Choreografic Award 2015, ed alcuni allievi hanno vinto la Borsa di Studio per l’Australia e  per l’Accademia di Vienna.


Cara Lola, prima di tutto ti ringrazio infinitamente per la tua disponibilità e per aver accettato di essere intervistata su questo giornale dedicato principalmente alla Danza.
Per 6 anni, dal 1984 al 1990, sei stata la prima ballerina del Teatro di Tirana. Ci racconti questa esperienza? le tue emozioni e i tuoi ricordi?

Sono molto felice di rilasciare quest’ intervista per il giornale Danza News e ti ringrazio Eleonora per avermi fatto questa domanda perchè rievocare quei giorni, per me molto importanti, significa rivivere delle emozioni intense. Ricordo benissimo il primo giorno che sono entrata in quel Teatro da ballerina professionista. Ero felicissima, provavo intense emozioni dal momento quando salivo le scale fino alla sala prove. La sera, poi, mi addormentavo con il pensiero di svegliarmi per andare a “lavoro”, che per me era piu’ una passione.  Ricordo tutti i miei colleghi, i maestri, i coreografi, i pianisti, le signore della sartoria, la guardarobiera, le truccatrici, la guardia all’ingresso ….era tutto così bello per una ragazza di 19 anni che stava vivendo un sogno. La lezione iniziava alle 9 e proseguiva con le prove: nulla mi pesava nonostante il sudore e il dolore ai piedi per le tante ore di lavoro sulle punte.  Anche durante la pausa ero in sala per provare e migliorare. Il mio primo ruolo è stato il personaggio del gatto in ” Pierino e il Lupo”, un’opera sinfonica che conoscevo sin da piccola e il pulcino dell’ Aquila dal balletto “Le aquile” con la coreografia del primo ballerino Miltiadh Papa. Successivamente, mi hanno assegnato dei ruoli più importanti da solista, all’inizio nei gala’, con degli assoli o passo a due come ad esempio dal balletto “Lola” , “La fille mal gardee”, ” Laurencia”, “Harlequinade”, ” Le fiame di Parigi “, “L’uccello azzurro”, “Bella addormentata nel bosco ” e diverse coreografie inedite dei nostri coreografi, per poi far parte nei balletti di repertorio classico e quelli nazionali nei ruoli principali, come Clara nello “Schiaccianoci”, le Fioraie e Kitri nel “Don Chisciotte “, la moglie di un tiranno nel balletto ” La legenda di Gjergj Elez Alia” con la coreografia del maestro Agron Aliaj; il pas de deux dei contadini e il ruolo di Mirta in “Giselle”. Quest’ ultimo e’ rimasto nel mio cuore, non solo perché l’ ho ballato piu’ degli altri ma perche’ ho condiviso il palcoscenico con la prima ballerina italiana  Anna Razzi al teatro Smeraldo di  Milano nel 1990 e ho avuto l’ onore di lavorare con Jacqueline De Min.

Ritorniamo alle origini, al periodo dei primi passi di danza. Hai ereditato questo dono artistico oppure hai sentito una vocazione personale per il balletto?
Dai miei genitori ho ereditato l’ amore per l’ arte e soprattutto per la musica. In famiglia nessuno era ballerino, ma si ascoltava molta musica, si guardava puntualmente ogni primo dell’anno il concerto di Vienna in televisione. Andavamo spesso in Teatro a vedere la lirica, i balletti e gli spettacoli di danza e musica popolare albanese, che sono unici e molto colorati sia nei bellissimi costumi ma anche nella melodia e nel ritmo che li accompagna. Da mio padre, che è istruttore di ginnastica artistica maschile,  ho ereditato la fisicità e l’elasticità. Un giorno , una vicina di casa che era ballerina al teatro, mi ha vista che facevo acrobazie nel parco davanti casa e mi ha invitata  a fare l’ audizione per l’accademia di danza. Da quel momento è iniziata la mia vita da ballerina. I miei genitori all’inizio non erano molto contenti, perché essendo brava a scuola, avrei potuto fare il medico come mia madre, ma si sà, la vita è imprevedibile.

Dopo 2 anni hai fondato nelle Marche una delle più importanti Accademie di danza. Cosa ti ha spinto a venire in Italia e quali sono state le difficoltà che hai incontrato?
Sono venuta in Italia con mio marito in un periodo particolare e bellissimo perchè ero in attesa di mia figlia, in occasione del matrimonio di un nostro amico a Roma. Dopo 2 settimane sono ritornata a casa da sola mentre mio marito è rimasto in Italia. In quel momento l’Albania iniziava un periodo difficile e pericoloso con la caduta del regime comunista. Dopo tantissime difficoltà, ho raggiunto mio marito, è nata mia figlia Alina a Civitavecchia e un anno dopo, ci siamo trasferiti nelle Marche.  I dispiaceri sono stati tanti, tra cui aver lasciato, io da ballerina e mio marito da pianista, il teatro dell’ opera e balletto di Tirana, oltre che i genitori , la casa, e gli affetti. Ci siamo arrangiati per vivere facendo qualsiasi lavoro senza perdere mai la fiducia in quello che sapevamo fare meglio, “l’arte” e la nostra figlia ci dava la forza , il coraggio e ci riempiva di gioia nei momenti più bui. Per fortuna non e’ mancato l’ aiuto della gente che ci conosceva. L’idea di aprire una scuola di danza è stata di mio marito. Ho iniziato ad insegnare, ho seguito vari corsi di aggiornamento per trasmettere ai miei allievi l’ amore per il palcoscenico, il contatto con il pubblico…. Insegnare la  disciplina, la costanza nel frequentare le lezioni, ha permesso alla scuola di crescere anno dopo anno.

I tuoi allievi hanno vinto tantissimi concorsi importanti come Concorso “Fano Danza”, Concorso “Expression” Danza in Fiera , Concorso “Città di Bolzano e sono stati ammessi a scuole internazionali come la Scuola di Ballo “ Teatro Greco “ , la “ Stanlova “ Parigi, M.A.S. di Milano, Compagnia della Rancia  Milano, CODARTS di Rotterdam, Olanda, Compagnia Nazionale di Svezia,  Balletto di Toscana, Opus di Firenze. Ti senti soddisfatta di questo risultato?
Certamente sono contenta e felice per loro. E’ un grande lavoro e sacrificio, arrivare a questi risultati, ma l’importante è che lo facciano sempre con entusiasmo. Tanti nostri allievi  continuano gli studi  nelle accademie prestigiose d’ Europa come alla scuola di ballo Teatro La Scala , Academie de Dance Princesse Grace di Montecarlo , Ecole de Dance a Marsiglia , Ballett-Akademie di Monaco di Baviera, Accademia di Vienna e altri già lavorano in diverse compagnie in giro per il mondo. E’ una grande soddisfazione per noi insegnanti vedere crescere i nostri allievi non solo come ballerini ma come persone pronte ad affrontare la vita.


Cosa pensi dei talent show come “Amici” dove alcuni ballerini novellini si ritrovano ad avere un successo immediato, senza dover fare la “gavetta”?
Ci sono cose positive e non … Non si pò negare che il Talent ha aiutato la danza in generale come immagine ed è cresciuta la frequenza nelle scuole di danza in tutti gli stili. Alcuni ballerini di Amici hanno un futuro roseo  con dei contratti di lavoro che oggi è molto difficile ottenere. Non condivido però il rapporto insegnante-allievo: insulti, risposte poco corrette non rispecchiano per niente il nostro lavoro nelle sale di danza.  Ma purtroppo i battibecchi aumentano l’ audience ed educano al guadagno facile una volta che l’ immagine dell’artista è inserita nella “scatola magica”: molti ragazzi che finiscono il talent “Amici” si propongono per stage con prezzi esorbitanti!

Parlaci del tuo festival “Cristal of Dance”. Come nasce l’idea e perchè.
Il festival “Crystal of dance” è nato 15 anni fa dall’esigenza di far comprendere ad un pubblico digiuno della materia, che la danza non si inventa ma e’ uno studio ben preciso. Per questo motivo abbiamo deciso di portare la sala danza fuori dalla nostra scuola e ogni anno nel mese di luglio, montiamo il tappeto danza in piazze del nostro paese, vicine al lungomare. Le lezioni sono tenute da maestri internazionali e si studiano diverse discipline dalla danza classica al modern, contemporaneo, laboratorio coreografico, hip-hop.  E’ una bellissima esperienza per i ragazzi non solo dal punto di vista scolastico, ma per la socializzazione e la conoscenza di nuove realtà. Durante gli stage, i maestri individuano dei talenti e offrono delle borse di studio per migliorare in accademie prestigiose, oppure partecipazioni in compagnie di danza che ogni sera arricchiscono il nostro festival con spettacoli.

La nostra redazione ti ha seguito durante le lezioni, ed ha notato che sei un’insegnante dolce e affabile con i tuoi allievi, al contrario di alcune insegnanti dell’Accademia di Tirana che sembrano avere atteggiamenti austeri. Perchè? fa parte di un protocollo?
Essere severi non vuol dire essere cattivi o non voler bene ai propri allievi!  Gli insegnanti dell’Accademia di Tirana erano veramente severi in sala danza, ma fuori li sentivamo come genitori visto che entravamo in accademia alle 8 di mattina e uscivamo alle 8 di sera! Diversamente da oggi, i nostri genitori non potevano intromettersi nelle decisioni dell’insegnante a cui davano la massima fiducia. Io so essere dolce ma anche severa e quando alzo la voce,  i miei allievi non hanno paura e non mi odiano, perchè capiscono di aver sbagliato. Basta saper parlare chiaramente senza mezzi termini!

E’ meglio insegnare o ballare?
Avrei voluto ballare più a lungo però continuo a farlo guardando i miei allievi, che adoro !!!

Quanto la danza può essere di aiuto nella formazione psico-fisica dei giovani che la praticano?
La danza può essere di aiuto, è molto importante rispettare i tempi della crescita e ogni insegnante lo deve comprendere.  Da piccoli si insegna la tecnica, le emozioni , i sentimenti; si lavora sulla postura corretta, sulla naturalezza del movimento, sulla conoscenza  del corpo e dello spazio intorno ,  sulla musicalità , sul ritmo,  per poi da grandi affrontare l ‘approccio con il pubblico senza traumi.

Quali sono i momenti che ritieni fondamentali per un percorso di un allievo nel mondo della danza?
Chi vuole diventare un ballerino deve studiare tutti i giorni in misura giusta dall’ eta’ di 10 anni!  Per la danza classica, il periodo dello sviluppo è importante visto che ci sono dei canoni fisici ben precisi.  Ma sono sempre convinta che la volontà e la passione supera ogni ostacolo.  Ho avuto allievi che sono arrivati nella nostra scuola già “grandi ” che con tanta voglia di fare, sono riusciti ad essere ballerini professionisti nella danza contemporanea.

Un’ultima domanda: Lola come definiresti la Danza.
Cara Eleonora, per me la danza è un modo di vivere, di essere, senza non ce la farei !!! Un saluto a tutti i lettori di Danza News e un invito a venire a trovarci nelle Marche presso l’accademia Nasco Danza di Porto San Giorgio.

Foto: Sonia Ippolito – Alina Fejzo

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